lunedì 25 agosto 2014

E' bene ciò che finisce

Da appendere davanti al proprio letto
Ho detto       cuculo, ma
non sono balbuziente

        di Matteo Tassinari
Ci sono  attori o autori che adoravo e che poi col tempo ho scoperto d'essere praticamente solo involucri vuoti. Un popolo che non valorizza la buona creanza, che da noi si chiama con sufficienza “cose comuni”, per dire tutto senza dire un tubo, non è facile subito. Eppure c'è chi ci riesce, solitamente Romeni, visto che la colpa ultimamente è sempre la loro. Questo è deleterio. Perché se si usa questo "leggìo" per illuminare il proprio andare, vuol dire che si è già inghiottiti nel mondo dei "luoghi comuni". E’ vero che siamo ottimisti fino al pessimismo, con tutto il nostro stupore.
Ottimisti all'altezza
dell'ipocrisia e l'hotel delle Poste di Cortina. Siamo la nazione al quale si rivolgono i dietologi più permissivi assuefatti nel dire: “Potete mangiare tutto quello che volete, evitate i radicali liberi”, per questo un mio amico ha smesso di votare Pannella, poi ha capito l'inganno che s'era costruito e ha ripreso a votare per Pannella, ahimè, voto nullo. Ma chi paga? Ma anche chi siamo? Quelli che se dovessero andare in guerra penserebbero sempre alla figa? Sono di quelle considerazioni del tipo come mai che persone piuttosto intelligenti, piuttosto spiritose, piuttosto civili, non riescono ad essere piuttosto felici nel loro abituale contesto, piuttosto? Ma non c'è da pensarci su, non c'è da stenderci la mano cercando di capire qual'è il punto dove colpire. 

Il comportamento
dell'anaconda
Il 13% degli italiani è analfabeta. Il restante 87 per cento è nella classifica tra scrittori e poeti più venduti. Anche la nostra informazione è carente e discontinua, non sappiamo niente di Michelangelo, da molti creduto un Angelo di nome Michele. Chi siamo noi? Siamo quelli ai qua­li Piero e Alberto Angela spiegano da 2 vite, con tanta pazienza, l’affascinante comportamento dell’anaconda o il volo dei Cumbuti, famosi rapaci del Perù.
Noi che non sappiamo come comportarci con un vigile urbano, oggi sappiamo grazie a lui cosa fare con un coyote o un Orso Grizzly. Siamo i destinatari della canzone “Margherita”, non la pizza, ma di un tizio che voleva colorare e pitturare case piccole e palazzi perché lei vuole l'amore in preda ad uno spasimo che sembra la telecronaca di una colica e invece è la volgarizzazione di un sentimento. Essendo donna scarterei l'ipotesi prostatica.
Dulcinea del Toboso, in arte Aldonza Lorenzo, contadina "socievole" amata follemente da don Chisciotte, nonostante non l'abbia mai vista 
Siamo quelli   che
   in metropolitana,    
secondo quanto c’è scritto sul regolamento, dobbiamo “obliterare il biglietto nell’apposita macchina obliteratrice”, quando non sappiamo neanche cosa sia il gerundio, da molti scambiato per un guerrigliero sudamericano. È il fratello del merendero. Noi siamo gli utenti, gli abbonati, gli iscritti, i soci, i latori della presente, i sottoscritti, i sopracitati, i soggetti, i suddetti, i contribuenti. Siamo quelli pregati di lasciare il bagno così come l’hanno trovato: sporco. Siamo il paese reale, siamo una grossa minoranza o una maggioranza risicata, alcolista, esperta in vendite d’oro nei vari negozi sparsi per le città (quella è mafia, signori miei!) per poi sputtanarsi tutto alle macchinette tutte colorate, quelle da deficienti. Siamo i concittadini di Bombolo e Leonardo da Vinci, Al Bano e Caravaggio, Pappalardo e Bobbio.      
Il pluri-assassino Michelangelo Merisi da Caravaggio, ne fece di tutti i colori
nella vita e sulle sue tele, fino a diventare il pittore italiano più influente della storia

Quelli che in fondo...
Siamo i   primi a destra nella foto, i condomini, gli elettori, i proprietari della macchina parcheggiata in seconda fila. Siamo i titolari dei sederini d’oro per i quali si fabbricano piani e piani di morbidezza, siamo divisi in scaglioni, in fasce, in settori contributivi, in sacche culturali. Aldo Biscardi, ha parlato anche a voi, ed è inutile che ci diamo tante arie, l’onorevole Scilipoti e Scajola, l’avete votato voi, mica gli Ostrogoti che sconfissero Odoacre, non Chierico l'ex centrocampista della Roma. Siamo quelli che vorrebbero cambiare tutto col telecomando, senza fare troppa fatica e soprattutto non essere mai coinvolti.


















O quelli che...
nascondono la faccia o parlano a cappella per non farsi volutamente capire e darti dell'ignorante, persone spurie e ibridi. Come è inutile spingere i tasti, il tempo passa, la tastiera sporca sempre più di sporca di sudore e di anni, tanto Carlo Conti resterà sempre lì con Giletti e Fazio a scambiarsi san Remo Festival Corporation, una vera macchina da soldi dove della canzone non frega niente a nessuno. Ma noi italiani sappiamo che san Remo è san Remo, una vela senza vento, sarebbe meglio lasciar perdere o almeno far finta di crederci, ma ogni volta a san Remo è san Remo. Ah, da scoppiare! Ma la vita implacabile cancella tutto in un attimo, come una scopa passa ruvida sul corpo e sull'anima, cercando in fondo ad un altro sogno che svanisce e vola via e non puoi più riprenderlo. 
Brave, toste, così si dice, ma in modo intelligente e spiritoso il far di brigante nelle sterpaglie. Ma anche Cagliostro suonava bene la chitarra, se è per  questo! Bob Marley sai quanti ce ne sono che suonano bene l'aggeggio di Mile? Un casino. Le canzoni sono come i libri e viceversa. Gli orgasmi sono invertiti, il godimento è perpetuo e a tua completa disposizione. Quelle poche volte che mi capita di sentirla, La donna cannone penso (anche) a Livia e mi dico: “Stanno suonando la nostra canzone Livia”, cara Livia, quanto mi mancano i tuoi discorsi antichi e cari. Cercai, senza darlo a vedere, appoggi psicologici ricorrendo a figure morali della tradizione, insegnanti, maestri d’asilo, entità che svolgono per un misero compenso un ruolo che dovrebbe essere assegnato in base a una comprovata vocazione. Tentativo che fallì, confermando come l’impressione più diffusa fosse diagnosticamente esatta. Tutto finì in un giorno di particolare ressa, niente di più. Com’era tutto più facile allora. Sembrava che fosse quasi vietato morire tanto si stava bene. Come ci si capiva in fretta. Si parlava la stessa lingua che ora non conosciamo più. Si cresce, peggiorando, anche perché l'alcol non aiuta.
I quattro cavalieri dell'Apocalisse che vengono a prendersi Scilipoti
Dopo anni, rincontrarsi,
e dirsi: "Addio!"
Parlarne    non come si fa oggi con la consecutio, la corretta dizione e quei vocaboli che se vuoi essere un giusto con le toppe sdrucite, devi per forza citare in inglese. La lingua cambiava come il panorama. Good evening! Pensavo a chi lo capisce più l’italiano? E’ diventato impreciso, notato? Chi è agli arresti domiciliari ha il piede libero o no? Da cosa si deve capire se un inviato è “speciale” o “normale”?

E un    inviato
è       speciale
anche se è Attilio Romita o Francesco Giorgino? Esiste ancora un’aula che non sia bunker e un capo che non sia carismatico o storico? Perché le correnti fanno sempre capo a qualcuno, persino a Fioroni? Come si scioglie una riserva? A quanti gradi? Perché il mandato di cattura si emette come fosse un ultimo respiro? Ogni caso ha le sue precauzioni. Tu, hai preso le precauzioni del caso? Hai preso le distanze dall'argomento? Hai meditato una pausa di riflessione? I cerotti chi li ha presi? Tutti modi di dire molto odierni, che impongono uno stile di vita, non più un linguaggio semplice per comunicare e basta, come dovrebbe essere. Attraverso il nostro linguaggio, siamo arrivati anche alla formazione. Non so perché, ma ciò lo trovo inquietante, perché da sempre ho pensato che la costruzione umana dovesse avvenire per esperienze vissute, e non per dialettiche che sono sempre infarcite di ideologie e miasmi da spleen.
Effetto mentale provocato da un'ora di visione di una sit com
Capitale     infetta,
Paese      corrotto
Effetto collaterale, dopo aver mangiato un boe
Scatenate il diluvio mediatico
I Brutos in     azione
Il trio    Feltri, Ferrara e Sallusti, è considerata attrazione pura, come i Platters o i Cetra. Anzi, i Burtos. Col fighetto, il grasso e il mostro. Il fighetto possiamo intuire chi sia, il mostro direi che sia indubbio, come pure sul grasso penso che non ci siano dubbi. La gente li segue con interesse, il culo lo sanno vendere bene in tv. Questo spiega il perché a Silvio nessuno darebbe 76 anni, al massimo 75. Da un pò di tempo, questi ed altri signori in Italia, hanno scatenato, agli ordini di Silvio I, portando il Paese in una sorta di ossessione, soprattutto nei luoghi dai portoni alti. Il chiacchiericcio, il dire e ritrattare perché i 20 giornalista hanno capito male durante la conferenza stampa, questioni mediorientali.
Texas, carcere di Hunstville,
detenuto in attesa di essere ucciso
La    sassaiola
degli    infami
Un ossessione che riguarda la cosiddetta macchina del fango, il meccanismo con cui si arriva a poter diffamare qualsiasi persona, anche Mandela. Questa ossessione io l’ho sempre avuta. Ho vissuto una buona parte dei miei migliori anni con gente poco ragguardevole e portare addosso l’accusa di infame o collaboratore di Polizia, era come o essere fatti fuori, in certi casi proprio fisicamente (Ernesto per tutti, trovato nell angiporto ravennate con 17 coltellate all'addome) oppure essere tagliati fuori da ogni giro attraverso la diffamazione, ovvero la fitta sassaiola ingiuriosa branduardiana, la chiacchiera insinuatoria. Dovevi scappare da qualche parte, scappare o conoscere qualcuno.

Vele connection
“Qui se non si inventa qualcosa, non so come andrà a finire”, implacabilmente finiscono tutti così i discorsi. Poi s'incentiva il gioco d'azzardo per ripulire le tasche degli italiani in un altra maniera, più noir. Mi vendi le sigarette, però dici che se fumo mi fai venire un tumore. Alcolismo, è dal 1990 che scrivo che non si scherza su questo che è molto peggio dell droga. I compro ora maledetti. Ma quelli, lo so io che sono tutti in odor di criminalità, perché la Finanza non fa una bella stesa di controlli a tappeto? Dai, non ci vuole molto. Ma se per Martin Luther King era il Vietnam era per l'America il suo tumore, per il Belpaese è la corruzione, le mafie organizzate che paralizzano, dallo sviluppo alla ricerca, dalla libera concorrenza alla disperazione del commerciante che mensilmente si vede entrare tre tizi tre, armati e chiedergli il pizzo. I suoi tentacoli, ammazzano la cultura e questo è letale per le future generazioni, soprattutto al Sud.
L'attesa della morte dura tutta la vita. Pazzesco.


Tutti dicono la verità,
a costo di mentire
Non so, una tassa
sui trigliceridi,
un’altra sulle transaminasi. Ci si fa l’esame del sangue dei contribuenti, ammesso che ne sia rimasta ancora qualche goccia del rosso liquido. Se i trigliceridi superano i 172, allora uno paga un tot. Chi protesterebbe per una tassa sui trigliceridi? Nessuno. Se aumentano le sigarette o le poste sì. Bisogna saperle fare le cose. Scegliere provvedimenti non impopolari. Si tassano i trigliceridi. Si mette una piccola imposta sulle fesserie. Se uno dice una fesseria, paga una piccola imposta. Non si arrabbia nessuno. Perché tutti sono convinti di non dirle mai. Ma pensate i soldi che può incassare il Governo con le tasse sulle fesserie! Certi discorsi renderebbero milioni al fisco. Dopo un comizio certi uomini politici dovrebbero chiedere il condono
Tassiamo i furbi!
Si stabilisce    un tasso
di furbizia e chi lo supera paga qualcosa. Il supplemento “volpe”. E chi si lagnerebbe?! Dice: pago mille euro al mese perché sono troppo furbo. E tutti si sentirebbero lusingati. Certo, qualcuno per non pagare sosterrebbe di essere scemo. Ma proprio cercando di non pagare si dimostrerebbe furbo quindi. Non si potrebbe evadere. E tassare i luoghi comuni e le frasi fatte? Entrerebbero miliardi nelle casse dell’Erario: “Quest' anno l’estate non vuol proprio finire!”. Cinque euro di tassa. “Qui ci vuole un uomo di polso!” Altri cinque. “Voi dite quel che vi pare, ma a me se mi levate la pasta”, altra piccola tassa. I proverbi, qualcosa in più. E si potrebbe arrivare ai pensieri, alle tasse sui pensieri profondi. Se uno immagina un concetto di rilievo, viene tassato per questo. Ho visto la denuncia di un certo Giovanardi: non paga una lira. Che bello affacciarsi al balcone mentre sotto la folla rumoreggia.
Mi sembrano chiari gli effetti di un bello speed, ossia spread
Permessi di       soggiorno per tutti gli uccelli
“Compagni”    gridare “non mi interessa parlare a della gente disposta ad aspettare così a lungo uno come me!”. Come quando in Tv mi capitò d’assistere ad un monologo stupefacente, più potente dell’Lsd: “Lei crede in Dio” chiede un giornalista ad un passante a Roma. “Bè sa, Ho sempre molto bisogno d’essere incoraggiato. Se per esempio, Dio credesse in me, sono certo che dopo io crederei in lui, ha capito?”, chiese preoccupato il passante di non essere stato frainteso, giustamente.
I bambini crescono come   
  i disoccupati
Amiamo i   bambini. Ci occupiamo della loro pipì fin dalla più tenera età e via a pulire milioni di pannolini. Guardiamo con commozione i nostri figli e ci chiediamo: sarà asciutto? Non sarà asciutto? Mai uno che si chieda: sarà scemo? Poi i bambini crescono. Li facciamo studiare affinché diventino ottimi disoccupati. Ma il loro sederino, sarà irritato? Io non ho figli, ma un mio amico si, ne ha 3. Il più grande, un ragazzone tirato su a Nutella e marmellate fatte dalla mamma, anche se il problema era la poca socialità del giovane ragazzo. C'ha tutto, anche i buchi nelle orecchie per mettere gli orecchini, perché le clips gli danno fastidio. Gli manca la capacità di relazionarsi, forse nessuno gli ha mai parlato di come si fa. Con il termine di tasse, lo do per scontato che è dato per acquisito e con esso s'intende la estorsione legalizzata che lo stato impone al cittadino. Questo dialogo fra Palazzo e cittadini ha dato i suoi frutti, se osserviamo che oceanica somma di voti in queste tre ultime tornate elettorali di protesta abbiamo osservato.